Skip to content Skip to footer

CERTIFICATES in collocamento con COMMISSIONI ESORBITANTI: cosa sapere (ed evitare) prima di investire.

 

I Certificati o Certificates sono strumenti finanziari complessi emessi da intermediari finanziari che consentono di prendere posizione su un’attività finanziaria sottostante.
Per prima cosa, ci tengo a sottolineare un concetto: questi tipi di strumenti sono COMPLESSI. Questo significa che sebbene non sia detto che ti espongano alla perdita certa del capitale, DEVONO essere compresi appieno prima dell’investimento.
A partire dal 2018 i Certificates hanno avuto un vero e proprio boom. Negli ultimi tempi il loro utilizzo è esponenzialmente aumentato e molto probabilmente anche la tua Banca o Promotore Finanziario ti avrà proposto di inserire questa tipologia di strumenti in portafoglio, principalmente a capitale protetto o garantito.
L’offerta di Certificates attualmente sul mercato è molto ampia e variegata e in molti casi questi strumenti possono essere utili, soprattutto per una ottimizzazione fiscale.
Proprio per la loro complessità non mi soffermerò in questo articolo a spiegarne struttura e funzionamento.
Vorrei piuttosto aiutarti comprendere il perché oggi ti vengano proposti in maniera così assillante (e te lo riassumo in poche parole):
in estrema sintesi Banche e Reti di promozione finanziaria hanno capito che l’utilizzo dei certificates consente loro di incassare facilmente laute commissioni.
Ecco come:
Sostanzialmente i Certificates possono essere acquistati in due modi:
in fase di collocamento (prima della quotazione sul mercato, presso la Banca collocatrice)
sul mercato secondario (una volta terminata la fase di collocamento)
Nella fase di collocamento, le commissioni (che spesso partono dal 4% ma possono facilmente arrivare al 7%) sono totalmente in carico a chi sottoscrive lo strumento. Quindi, se in fase di collocamento ti viene offerto un certificate al prezzo di 100 e le commissioni di strutturazione più gli incentivi sono del 7%, rischi di vedere il prezzo andare a 93 al primo giorno di quotazione sul mercato secondario. Sinceramente, non mi sembra un grande affare. In pratica in questa fase si paga 100 qualcosa che ne vale 93.
Non c’è nulla di male in questo ci mancherebbe, ma ci sono commissioni e commissioni. Dal momento in cui i certificates NON hanno costi di gestione e quindi gli istituti che li collocano non prendono commissioni durante la vita di questi strumenti, alcuni di questi istituti applicano commissioni troppo salate che vanno a discapito del prezzo che hai pagato in sottoscrizione. Potresti benissimo acquistarlo sul mercato, terminata la fase di collocamento, risparmiando un sacco di commissioni. Ma guarda a caso, terminato il collocamento, la Banca quello strumento non te lo propone più…

Da tutto questo mi preme metterti in guardia: molte banche offrono massicciamente questo tipo di strumenti perché, da un lato ne hanno un grande ritorno commissionale e dall’altro soddisfano il principale bisogno del cliente che vorrebbe sempre sentirsi dire che il capitale è garantito.

Sottolineato ciò, ripeto quanto detto inizialmente. L’utilizzo di Certificates può in certi casi essere di grande utilità e può rappresentare un notevole valore aggiunto all’interno del tuo portafoglio ma è anche opportuno precisare che i Certificates sono strumenti complessi, per cui è preferibile evitare il fai da te, se non si è esperti.
Se vuoi approfondire questo tema e capire se questo strumento può fare al caso tuo, rivolgiti ad un consulente indipendente, in grado di proporti la migliore soluzione consigliandoti Certificates solo nella fase di negoziazione sul mercato secondario. Tranne pochi casi, è proprio in questo caso che il Certificate diventa interessante e soprattutto conveniente per gli investitori.

Se vuoi saperne di più, non esitare a contattarmi per effettuare un’analisi GRATUITA dei tuoi investimenti e valutare assieme a te l’eventuale inserimento di questi strumenti in portafoglio. Sarò felice di chiarire i tuoi dubbi e rispondere alle tue domande!